Negli ultimi 35 anni i progetti Tròmos e SISMOS dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) hanno condotto un censimento e un parziale recupero e valorizzazione scientifica e culturale di osservatori, strumenti e documentazione dell’intensa e unica tradizione sismologica. Molto di questo materiale è stato solo riprodotto, in tempi diversi dagli inizi degli anni 2000, ma non ne è stata realizzata o completata la metadatazione e anche dove questa è già esistente, richiede un aggiornamento ai nuovi standard.

Nell’ambito dei sopra citati progetti, INGV ha già realizzato le seguenti digitalizzazioni:

  • oltre 200.000 scansioni ad alta risoluzione di sismogrammi storici dei più forti terremoti italiani ed euro-mediterranei dal 1895 al 1984;
  • oltre 20.000 lettere di corrispondenze fra sismologi, meteorologi e altre discipline;
  • oltre 100.000 pagine di altri documenti (bollettini sismici, fotografie, manoscritti vari ecc.).
  • nell’ambito di una convenzione fra l’Archivio Centrale dello Stato (ACS) e l’INGV è in corso presso l’ACS una sistematica riproduzione della documentazione della nascita e dello sviluppo (ultimo quarto del XIX secolo) delle reti meteorologica e sismologica istituzionali.

Dell’archivio sismogrammi di INGV, conservato all’Osservatorio di Gibilmanna, sono stati riprodotti i sismogrammi potenzialmente contenenti le registrazioni dei terremoti di un elenco di eventi italiani, Euro-mediterranei e mondiali di particolare interesse.

Tre importanti archivi cartacei oggetto di attenzione da parte del Progetto sono quelli di: Giulio Grablovitz e Pietro Caloi e quello del Catalogo dei Forti terremoti Italiani (CFTI). La consistenza di questi tre archivi è dell’ordine dei 300.000 fogli.

Nella prima fase del progetto, della durata di due anni, non sarà possibile catalogare, riprodurre e mettere online tutto questo patrimonio documentario, ma una parte consistente sì e costituirà un significativo nucleo su cui sviluppare progetti futuri.